Per quanto riguarda l’Erasmus…

Innanzitutto.. PERDONATEMI per non aver più scritto sul blog (Marina è la creatrice degli ultimi post).. un po’ perché non ho internet decente a casa, un po’ per gli esami che ho dovuto sostenere al mio rientro, un po’ perché ero giù di morale. Perciò:

Bene tornando a noi.. Ero (e lo sono un po’ tuttora) un po’ giù di morale perché il primo febbraio il mio ERASMUS è definitivamente terminato.
Mi ricordo ancora quando ricevetti la notizia, ero in università e avevo saltato una lezione e così aprii la mail. VALENCIA. Bhé, ero super depressa, mancava poco perché non mi mettessi a piangere. Volevo andare in un’altra città, più grande, più lontana, meta dei miei desideri da anni e anni. Inizialmente avevo pensato di rinunciare ma poi i miei genitori e alcuni amici sono riusciti a farmi cambiare idea: l’ERASMUS non ti ricapiterà, è un’esperienza incredibile anche se non andrai nella città che volevi, VACCI. Non finirò mai di ringraziarli perché grazie al loro supporto ho deciso di partire per l’avventura più incredibile (almeno per ora :D) della mia vita.
Le settimane prima e dopo la partenza le avevo vissute un po’ così, avevo ancora quella leggera depressione e non mi interessava partire per Valencia ma mi è bastato poco per innamorarmi della città, di conoscere persone fantastiche, visitare luoghi bellissimi e provare la vida española. Inoltre mi sono dovuta arrangiare: a casa dovevo pulire, farmi da mangiare, lavare i piatti, andare a fare la spesa, sbrigare tutte le pratiche burocratiche cosa che a casa mia non avrei mai fatto. La mia vita dipendeva esclusivamente da me, non c’erano mamy e papy ad aiutarmi.. e per fortuna!Ho davvero apprezzato il fatto di aver vissuto da sola per 5 mesi.
Accanto allo studio, non troppo ammetto, e alle lezioni universitarie davvero interessanti (meglio che in Italia!) ho avuto modo di acculturarmi visitando la parte antica di Valencia, musei, festival città limitrofe ma anche più lontane senza dimenticare la movida valenciana con birra a fiumi, anzi cascate, discoteche, botellón e chi più ne ha più ne metta.


Purtroppo se non si ha passato un’esperienza simile non si può comprendere fino in fondo e io non sono nemmeno in grado di esprimervi bene tutto ciò che ho provato ma se siete studenti indecisi se uscire da casa vostra, dal vostro paese, ricacciate indietro l’indecisione e gettatevi  a capofitto in questa avventura! Ne vale la pena e lo capirete una volta finito (o anche già durante perché no XD).

Vi cambierà la vita e ve lo ricorderete per sempre

Considerazioni (parte uno)

Da quando esiste, il programma europeo Erasmus ha permesso a migliaia di studenti di vivere davvero l’Europa. E non si tratta del viaggio con mamma e papà in estate,  nemmeno della prima vacanza da soli con gli amici. L’Erasmus è qualcosa di più che ti cambia profondamente e ti aiuta a crescere.

Quando ricevetti la mail che mi confermava la mia partenza per la Spagna, Valencia per l’esattezza, ero euforica. Non avevo paura di quello che sarebbe potuto andare storto, di non conoscere nessuno o di non riuscire a cavarmela; ero semplicemente euforica. Lo stesso non si può dire dei giorni immediatamente precedenti alla partenza quando invece la tensione era a mille. Ma nonostante tutto l’Erasmus è cominciato, lentamente e con difficoltà ma è cominciato ed è stato un successo. Sì perché, ad eccezione di quella ristretta parte di studenti che vivono un’esperienza negativa, per tutti si dimostra un periodo irripetibile della propria vita in cui si conoscono persone speciali e ci si mette in gioco. C’è chi lo vive come un momento solo di divertimento, di bevute e di uscite ma, in fin dei conti, un po’ anche questo ci forma.

Ho sperimentato quello che molti non hanno occasione di sperimentare e ringrazio di questo ogni giorno.